BE 720 ZV

di Andrea Malvisi

Un po’ artista un po’ matematico, facendo comunque invenzioni di storie improvvisate.

Andrea Malvisi

Questo racconto l’ho pernsato come un possibile  evento inusuale, inaspettato, assurdo…. vedete un pò voi.
Sicuramente un evento che ad oggi e in futuro, possiamo considerare meno improbabile rispetto al nostro modo di vedere di qualche mese fa

Andrea Malvisi

BE 720 ZV

“Ciao Figliuolo”, disse Dio.

“Salve….salve…ehm…..m-m-mio Signore”.

“Non ti preoccupare se sei emozionato. Lo so che hai urgenza di ricevere risposta alla tua domanda ma ti chiedo di pazientare altri 5 minuti. Spero non sia un problema”

“Nnno, no, certo che no”.

“Nel mentre voglio comunque dirti che qui siamo rimasti tutti stupiti da come sei riuscito ad entrare in contatto con noi. Su questo, per il momento, non voglio darti spiegazioni. La tua domanda ha la priorità che si merita. Però ci tenevo a sottolinearlo”

“Grazie, cioè. Boh. Eeeehhh nonsosedevo ringraziarla” Adesso un po’ sorrideva e insieme a lui Dio. Era stato tutto molto strano e incredibile. Non era un gran credente né si era fatto troppe domande sulla religione. Ogni tanto andava a messa ma giusto per timbrare una specie di cartellino che aveva dentro la sua coscienza. All’inizio di quel periodo di isolamento totale non dormiva. Per niente. Non riusciva a chiudere occhio tormentato da tutte le visioni apocalittiche che gli venivano in mente. Dopo 4 giorni di digiuno dal sonno il suo fisico disse basta, vincendo l’opposizione della mente. Cadde a terra, svenuto. In quel dormire profondo aveva iniziato a percepire creature che immaginarie che poi tanto immaginarie di fatto non lo erano. Figure alate. Angeli. Si proprio Angeli. Nel sogno (oppure doveva chiamarla Visione? Annunciazione?) essi apparivano inizialmente sfuocati per poi divenire pian pianino più definiti quasi che si trovadsse dietro ad una lente d’ingrandimento dalla quale li osservava. E quando furono completamente nitidi si ritrovò a percepire il più grande stupore che avesse mai provato in vita sua sogno o non sogni che fosse. Vedeva queste creature volteggiare a destra e sinistra, piroettando facendo figure e composizioni quasi che fossero delfini dell’aria. Non poté fare a meno di pronunciare un ooooooaaaaaahhhhhhhhhhhhhhooooooooooooooahahahaahhaaooooooooo in mezzo a quel suo visionare.

E lì capitò l’incredibile. Gli angeli si bloccarono immediatamente, tutti. Tutti insieme fermi lo fissavano. Fissavano lui! Dritto negli occhi….. Smise di respirare, trattenneva tutto. Voleva uscire da quella roba lì, con la paura lo attanagliava, misero e minacciato dagli sguardi. Avrebbe avuto sicuramente un attacco cardiaco da lì a poco se non fosse stato che uno di quegli Angeli si avvicinò a lui rapidamente e gli fece con la mano un “ciaociao”. Ma non era un ciaociao di saluto. Era piuttosto un ciaciao che si fa al paziente che si sveglia dopo un’anestesia o a colui che, appunto, sviene e riapre poi gli occhi per riprendere pian pianino coscienza. In quel momento gli parve di star di fronte ad un gruppo di medici che lo osservava dopo l’operazione.

“MA TU CI VEDI? CIOE’ RIESCI A VEDERCI? A D E S S O?”. Silenzio.

“ALLORA? Vuoi risponder o no! Ci vedi? Ci stai vedendo? Osservando?”

“Si. Si….si….vi vedo…..” Ci fu un’esclamazione generale. Tutti gli angeli si misero a confabulare agitati e confusi. Svolazzavano senza una meta in preda ad una totale agitazione. Il delirio, il caos, fino a quando lo stesso Angelo che si era rivolto a lui gridò forte un qualcosa che mise tutti quanto a tacere. Pronuncio parole e versi incomprensibili ma che sembravano avere un senso. O perlomeno lo aveva per loro. Tornò a rivolgergli la parola

“Senti. Ascoltami bene: questo è il regno dei cieli. Ora……ora tu non dovresti stare qui e non so come TU ci sia arrivato. E nemmeno mi interessa…però tu qui non ci devi stare.” L’Angelo si rivolse agli altri con ulteriori confabulazioni. Tutti però replicarono con un cenno di assenso. “Che cosa vuoi?” Chiese l’Angelo

Rimase inizialmente impassibile. Cioè, più che impassibile rimase di sasso. Che voleva? Che cosa voglio? Io? Son qui per caso perlamiseria si ripeteva. Lui non voleva niente. Era lì ma non sapeva perché, non sapeva che cosa gli era capitato e tutto questo gli pareva assurdo. A s s u r d o. Che voleva? E nella domanda gli venne spontanea la domanda. Così.

“Io….voglio….voglio…. voglio sapere il Senso della Vita. Che cos’è la Vita. Ecco”. L’Angelo lo guardò per una manciata di secondi, allargò le braccia stese le ali e ripiegò tutto quello che aveva allargato lungo il suo corpo. Quasi come a dire “Ecco! Lo sapevo”. Ancora confabulazione. Breve ma intensa. “Senti. Ti facciamo sapere come e dove ti diamo la risposta. Adesso vai e non parlare a nessuno di quanto accaduto”. Si risvegliò. Dodici, 12, dodici. Dodici ore. Era rimasto così per dodici ore consecutive Non era sconvolto anzi. Era in pace e, sicuramente nel fisico, rinfrescato. E adesso? E adesso? Ma non dovette aspettare molto. Di lì a poco si addormentò di nuovo e nel sonno ricevette il messaggio. Come su una bandiera apparivano scritte, con metodica precisione, le istruzioni per il dove e il come. Era un po’ strano, sembrava più un messaggio di un gruppo di spacciatori che da parte del Regno dei Cieli. Ma la situazione era così indescrivibile e allo stesso tempo reale che non ci pensò due volte. Le istruzioni parlavano chiaro: “ti farai trovare stasera alle 23.55 in Via Giovanni Battista all’altezza del n.40 in corrispondenza della ditta Gualtieri infissi. Porta con te 3 candele e un tappetino. Ti posizionerai esattamente in mezzo alla strada e per le 23.55 sarai da noi contattato.

Via Giovanni Battista….in mezzo alla zona industriale. Poco importa. Alla vigilia di Pasqua si sarebbe posizionato lì e quello che gli avrebbero detto gli avrebbero detto. Da domani sarebbe stato a conoscenza del Senso della Vita. E poi? Al poi non ci pensava ma già si vedeva in giro con libri, racconti, contenuti multimediali su quello che sarebbe stata la spiegazione anzi LA CONFESSIONE. Ecco. Quello poteva essere il titolo giusto. Che fosse lui il prescelto per la nuova Annunciazione? O per l’Apocalisse? Poco importava. L’importante era che toccava a lui a lui e solo a lui. Che onore.

Ed eccolo li. Si era preparato, aveva acceso le candele (anche se nessuno gli aveva detto di accenderle) si era messo a sedere con le gambe incrociate sopra il tappetino. Preciso sulla linea di mezzeria della strada. Nervoso nervosissimo era stato avvolto da una specie di sonno esattamente all’ora stabilita. E in quel momento era in contatto con Dio. Non lo vedeva ma lo ascoltava, lo percepiva tutto intorno a se.

“Scusami se ti ho fatto aspettare, allora…possiamo cominciare….beh….Il senso della vita…..ecco….vedi Figliuolo…”. E Dio cominciò a raccontare. Parlava quasi come se fosse il vicino anziano, suo dirimpettaio. Saltava di palo in frasca, senza un filo logico raccontando eventi banali, umili, fatti di tutti i giorni. Ascoltava profondamente ma non capiva come tutti quei resoconti di storie di vita quotidiana di tizio caia e sempronio (che tra l’altro nemmeno conosceva) potevano ricollegarsi alla domanda che aveva fatto. Stava cominciando a spazientirsi e quasi con un punta di fastidio disse “Scusami mio Signore…”

“Si. Dimmi Figliuolo”

“Mi sto confondendo. Cosa hanno a che fare tutte queste storie che mi stai raccontando con il senso della vita? Non, non…non riesco a capirci molto e sono molto confuso”

“Si, ecco. Vedi Figliuolo, dovresti innanzitutto fare un passaggio”

“Ah. Certo, certo. Che cosa devo fare?”

“Ecco….allora….se aspetti un attimo te lo dico…..mmmmmmmmmmmsi. Ora. Si. Per prima cosa apri lentamente gli occhi e ti volti indietro”

Eseguì immediatamente l’ordine. L’ultima cosa che vide fu la targa della macchina che sopraggiungeva.

Questo racconto è di Andrea Malvisi che ha gentilmente concesso a Theatre of Tarots di pubblicarlo sui propri canali di pubblicazione

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